Ad averlo, il tempo per un sigaro
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Un tennista capisce che perdere sorridendo è una mezza vittoria, un uomo grida “Aiuto!” ma tutti lo applaudono. I computer ci parlano e ci chiedono se siamo umani, ma noi siamo indaffarati come loro. E nessuno ha mai tempo, neanche per un sigaro.
Un folle grida alla stazione e con i sani rischia di più; una folla mette in fila sogni e cuori; un uomo telefona a se stesso, mentre una signora dalla Toscana chiama per uscire dalla solitudine del cellulare.
Le auto si aprono da sole e ti abbandonano, gli stanzini ti risucchiano nel buio, la miglior band del mondo viene bocciata a un provino e una voce ti avvisa ogni giorno che c’è nebbia in Val Padana.
La verità è che non ti lasciano mai solo né libero: ti aiutano, ma a modo loro. E capisci che non ti danno senso né direzione. Cerchi di essere te stesso, sebbene sbadato o in ritardo, e se non imiti gli altri e sai chiedere scusa non sarai mai inadeguato.
Quattro parole, un sorriso e un abbraccio dato o ricevuto forse ti ricorderanno che la realtà è bella, divertente, o almeno intensa. Oltre ogni storia, senza fine.